Il mercato del lavoro bellunese continua a registrare segnali di forte criticità. Secondo l’analisi dell’Ufficio studi della CGIA, basata sui dati Unioncamere-Ministero del Lavoro – Sistema Informativo Excelsior, la provincia di Belluno presenta una delle percentuali più elevate in Italia per difficoltà di reperimento di personale.
Nel trimestre agosto-ottobre 2025 le imprese locali prevedono circa 4.520 nuove assunzioni, ma ben il 55,8% di queste figure risulta di difficile reperimento. Un dato che colloca Belluno al sesto posto a livello nazionale per complessità nel trovare manodopera qualificata.
Le maggiori difficoltà riguardano gli operai specializzati, in particolare nei settori dell’edilizia e del manifatturiero, con profili come carpentieri, saldatori, fresatori e operatori di macchine a controllo numerico computerizzato. La situazione è aggravata dal divario tra le competenze richieste dalle imprese e quelle effettivamente disponibili sul mercato del lavoro.
Il fenomeno, diffuso soprattutto nelle province del Nordest, mette in luce una criticità strutturale: tempi medi di selezione lunghi, mancanza di candidati e scarsa attrattività delle professioni manuali per le nuove generazioni, sempre più orientate verso flessibilità e tempo libero piuttosto che verso lavori fisicamente impegnativi o con orari prolungati.
Per il tessuto produttivo bellunese, composto in gran parte da piccole e piccolissime imprese, il reperimento di figure qualificate rimane quindi una delle sfide principali per i prossimi anni.
0 commenti