“Il duo della Val Meassa”: musica popolare, memoria e spiritualità nel cuore delle Dolomiti ► VIDEO INTERVISTA

Redazione | 04 agosto 2025 alle 17:05 | 0 commenti

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All’interno della rubrica “Dentro la notizia” di Radio ABM, Manuela Gaio ha intervistato Fulcio Bortot, figura nota nel panorama culturale bellunese, per presentare un progetto musicale singolare: il Duo della Val Meassa. Nonostante il nome, il gruppo è nato come trio e oggi si presenta come una formazione composta da due musicisti – Monica Mellere alla fisarmonica e Paolo de Salvador alla chitarra – con la direzione artistica di Bortot stesso.

Il racconto di Fulcio Bortot parte da lontano, da un luogo fisico e simbolico: una vecchia baracca in pietra nei pressi del torrente Meassa, a Sagrogna (Belluno). È qui che, nel 2022, durante un periodo segnato dalla pandemia, nasce l’idea di costruire una piccola grotta dedicata alla Madonna. «Invece di fare un deposito attrezzi, ho pensato: faccio una nicchia, una specie di saccello, una grotta grezza… e ci metto una Madonnina bianca». Da lì prende vita anche un inno mariano, scritto e musicato dallo stesso Bortot: «L’ho chiamato inno, quattro parole messe in croce, ma poi ho ripreso in mano i vecchi libri di musica e ho composto l’accompagnamento».

Il progetto musicale prende corpo con l’incontro fortuito con due musicisti professionisti. «Ho trovato una fisarmonicista esperta e un chitarrista con un passato beat negli anni Sessanta. A quel punto ho detto: perché non fare qualcosa insieme?» È così che nasce il Duo della Val Meassa, che in realtà conserva nel nome il ricordo della formazione iniziale a tre.

Il repertorio del duo, coordinato da Bortot in veste di direttore artistico, comprende oggi oltre 100 brani. «Li abbiamo suddivisi in cinque categorie: il sacro e mariano, il ballabile classico, il popolare melodico, il folkloristico/osteria e il classico operistico». Il repertorio spazia quindi da Va pensiero a Rosamunda, da Vola colomba all’inno nazionale, fino ai brani religiosi come Tu scendi dalle stelle o l’originale Inno alla Madonnina della Val Meassa.

Il duo si esibisce soprattutto in contesti intimi e comunitari, come le case di riposo, con un chiaro intento sociale e culturale. «Guai parlare di rimborsi spese, baratti o regali. Se ci offrono un caffè e una fettina di torta, accettiamo per buona educazione. Ma il nostro è un progetto fuori da ogni logica economica».

L’Inno alla Madonnina è anche una narrazione in versi della valle, seguendo idealmente il corso del torrente Meassa dalla sorgente alla foce. «Ho camminato lungo il greto, ho messo in parole le emozioni che provavo lungo il percorso», racconta Bortot. Tra le strofe, spiccano immagini poetiche e suggestive: «Gorgoglia l’acqua di sorgente, il suono guida il boscaiolo…», oppure: «Vai, vai, dolce acqua nostra, lascia a noi la tua forza, regalaci la tua vitalità».

Fulcio Bortot, con la consueta ironia, commenta il proprio ruolo nel progetto: «Mi sono autonominato direttore artistico, ma in realtà non so suonare. Quando provo, vado fuori tempo o sbaglio le note. È meglio che mi ritiri». Eppure, la sua funzione all’interno del gruppo è centrale: paroliere, coordinatore e custode del senso più profondo dell’iniziativa.

«Allegria ad ogni costo», ribadisce Bortot, spiegando la filosofia che anima il duo. «Il nostro scopo è portare un momento di serenità, di ricordo e di identità culturale, soprattutto a chi non ha più molte occasioni di ascoltare la musica che ama».

In un panorama musicale sempre più globale, il Duo della Val Meassa rappresenta un raro esempio di autenticità e radicamento al territorio. Una voce discreta ma significativa, che tiene viva la memoria collettiva attraverso la musica popolare e l’affetto per la propria terra.

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