Raffaele De Rosa racconta il Rugby Feltre: ricordi, valori e futuro dopo la promozione in Serie A2 ► FOTO GALLERY

Marco Crepaz | 23 luglio 2025 alle 11:00 | 0 commenti

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La recente promozione del Rugby Feltre in Serie A2 segna un momento importante per la società sportiva e per l’intera comunità feltrina. A testimoniarlo sono le parole di Raffaele De Rosa, ex giocatore del club oggi residente in Svizzera, che condivide ricordi personali e riflessioni sui valori che hanno permesso di raggiungere questo storico traguardo.

«Sono molto contento – racconta De Rosa – perché il Rugby Feltre è un club con una grande tradizione e fortemente radicato sul territorio. Merito anche delle collaborazioni create con altre società della provincia per promuovere questo sport».

Il passaggio in Serie A2 rappresenta per De Rosa un salto di qualità sotto diversi aspetti: «Porterà nuove sfide, sia sul piano tecnico sia su quello fisico».

Raffaele De Rosa ha militato nel Rugby Feltre per tre anni, nella seconda metà degli anni Ottanta. «Ero molto giovane – ricorda – e ho imparato i rudimenti del rugby proprio a Feltre. Poi, trasferitomi in Svizzera per motivi di studio, ho continuato a giocare a Zurigo. Non sono mai stato un grande giocatore: pesavo meno di ottanta chili e spesso mi trovavo a fronteggiare avversari di oltre cento chili. Affrontare le mischie chiuse in quelle condizioni era faticoso, ma mi piaceva lo scontro fisico e la continua caccia al pallone».

Riflettendo sul passato, De Rosa evidenzia come lo spirito del club sia sempre stato caratterizzato da forte coesione e amicizia: «A Feltre giocavano quasi esclusivamente giocatori locali, con qualche innesto straniero. Era un rugby molto diverso, meno professionale, ma ricco di legami umani. Un apporto importante, all’epoca, arrivò da un giocatore neozelandese che portò competenze tecniche e fu ben accolto. Ancora oggi mantiene rapporti con il club. Un valore fondamentale è proprio l’amicizia che rimane nel tempo. Alcuni miei ex compagni hanno fatto esperienze importanti in altre squadre di livello nazionale e oggi ricoprono ruoli di responsabilità nella dirigenza».

De Rosa sottolinea come la continuità e l’impegno con le giovanili siano state componenti decisive per la crescita del Rugby Feltre: «Il successo si spiega anche con la scelta di affidare la gestione a ex giocatori. Inoltre, il lavoro sui giovani è sempre stato un punto fermo».

Dalla Svizzera, l’ex giocatore segue ancora le vicende della squadra online: «Da anni non riesco a vedere una partita a Feltre, capita che non ci siano incontri quando torno. Ma spero che con questa promozione i “tori” possano fare una bella esperienza in un campionato complesso. Le persone competenti per affrontarlo ci sono».

Raffaele De Rosa ha condiviso anche qualche ricordo fotografico: «All’epoca non si facevano tante foto. Di me con il Rugby Feltre ho solo un’immagine scattata, credo, al vecchio campo Tre Pini di Padova, dove oggi c’è l’Orto Botanico. Poi ho trovato l’annuario Tuttorugby del 1985, una specie di Bibbia per chi giocava allora. Ho anche inviato una foto della maglia della squadra di Zurigo, dove mi chiamavano Pavarotti perché mi divertivo a imitare il tenore. Ho fatto pure l’arbitro: correre per ottanta minuti parlando in inglese, tedesco, francese e italiano è stato un bell’impegno, ma anche un divertimento».

La promozione in Serie A2 segna dunque non solo un risultato sportivo, ma anche un nuovo punto di partenza per il rugby a Feltre, con la speranza che questa storia di passione e dedizione continui a coinvolgere nuove generazioni.

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