Tra i numerosi siti di archeologia industriale della nostra provincia, la Cartiera di Vas occupa sicuramente uno spazio di prim’ordine. Per chi arriva da Sud, è il primo complesso di edifici che si incontra sulla strada provinciale della Sinistra Piave, all’altezza, appunto, dell’abitato di Vas, in Comune di Setteville*. Leggendone la storia nel volume di Stefano Mazzalovo, dal titolo “Storia di una Cartiera veneta. Tre secoli di produzione della carta a Vas” si rimane meravigliati della sua importanza e del fatto che ha saputo superare significativi eventi storici come la peste e le due Guerre. Il suo successo è ancora più sorprendente, se consideriamo che, fino a una cinquantina d’anni fa, Vas era difficile da raggiungere. A raccontarcene l’interessante storia è Ivan Dal Toè, presidente dell’associazione LaCharta – Cartiera di Vas.
Presidente, ci parli delle origini della Cartiera di Vas. Fonti storiche testimoniano che fin dal ‘500 in questo sito era presente un’attività di produzione cartaria. Iniziamo a conoscerne la storia in modo più dettagliato dai primi decenni del 1600 quando la cartiera venne acquistata dalla nobile famiglia veneziana dei Gradenigo che acquisì, oltre all’opificio, i diritti per l’utilizzo delle acque e la titolarità del passo barca che era presente fra la cartiera e Castelnuovo a Quero. Il rapporto con Venezia, allora capitale mondiale della stampa e del libro, fu profondo ed intenso. Gli imprenditori e commercianti veneziani, ma pure la burocrazia dello stato della Serenissima, avevano “fame” di carta e Vas e il luogo dove sorgeva la cartiera era favorevole, poiché adiacente al Piave, l’autostrada dell’epoca, percorsa dagli zattieri e vicina al torrente Fium, che donava forza motrice, ma anche acqua cristallina per una raffinata produzione di carta. A metà del Seicento la Cartiera giunse ad avere ben otto ruote idrauliche e divenne la più grande cartiera della Repubblica.
Oltre all’acqua limpida del Fium, però, serviva la materia prima. In che cosa consisteva? Per secoli la materia prima per produrre la carta, oltre alla fondamentale componente dell’acqua, furono le fibre vegetali ricavate degli stracci. Solo nel Novecento si utilizzò in modo crescente carta riciclata o cellulosa di legno.
La carta prodotta dove veniva venduta? La carta prodotta a Vas, veniva utilizzata sia per il mercato interno della Repubblica di Venezia, ma venne considerata soprattutto “carta da mar”, ovvero destinata all’esportazione nei mercati orientali, in particolare verso l’Impero Ottomano e raggiunse anche le coste del Nord Africa. In Medio Oriente non si era ancora ampiamente diffusa la stampa a caratteri mobili, e la scrittura realizzata con inchiostri vegetali richiedeva una carta resistente e particolarmente bianca, come Vas riusciva a realizzare. In particolare, una carta denominata “Tre lune” (dalla filigrana che recava tale disegno) era particolarmente prodotta e ricercata.
Considerata la posizione di Vas, il trasposto non era però tanto semplice. Per motivi orografici, Vas fu sempre un paese piuttosto isolato, e per questi motivi, piuttosto arretrato. Le strade che salivano a nord, verso Cesana, e a sud, verso Valdobbiadene, erano poco più che mulattiere e per passare sulla sponda destra del Piave bisognava prendere il passo-barca. Per questo motivo l’economia locale fu sempre un’economia di sussistenza, eccezion fatta per la cartiera che, sfruttando la via del Piave percorsa dagli zattieri e la potenza commerciale veneziana, era invece una porta verso il mondo.
La comunità vassese ha potuto trarne dei benefici socio-economici? L’attività industriale ha potuto frenare il fenomeno migratorio? Le prime maestranze della cartiera erano “specializzate” e provenivano perciò dall’esterno della comunità vassese. Per questo motivo all’inizio i rapporti con i “foresti” furono di grande diffidenza. Con il passare del tempo però l’opificio, che può essere considerato la più antica fabbrica della provincia di Belluno, diventò il centro della vita lavorativa e sociale del paese. Fra la fine dell’Ottocento e la metà del secolo scorso, ogni famiglia aveva almeno un membro che lavorasse o avesse lavorato in cartiera e questo ha certamente ridotto l’impatto dell’emigrazione. La fabbrica contribuì al benessere economico del paese, ma ne trasse anche diversi altri benefici, basti pensare che, da fine Ottocento fino agli anni ’40 del Novecento, l’illuminazione pubblica era prodotta grazie all’esubero energetico prodotto dalle turbine della cartiera.
Quando passò di mano la proprietà? La fabbrica ebbe, nei secoli, diverse proprietà. Nel Settecento fu la maggiore cartiera dei Remondini, la più nota dinastia di stampatori dell’epoca. Poi, nell’Ottocento venne ceduta prima alla famiglia Marsura e in seguito, fino alla chiusura, agli Zuliani che ammodernarono la fabbrica legandola sempre di più alla comunità di Vas.
Che cosa ne decretò la chiusura definitiva? L’attività industriale della cartiera si concluse verso la fine degli anni Sessanta del secolo scorso, perché la necessità di ammodernare le attrezzature e rinnovare i piani industriali non trovò l’interesse necessario da parte dei proprietari. Inoltre, l’alluvione del 1966, allagò una buona parte della fabbrica, inferendo un grosso contraccolpo alla fabbrica, che cessò definitivamente la propria produzione qualche anno dopo.
Da dieci anni i vecchi stabilimenti sono stati ristrutturati, grazie ad un Consorzio pubblico-privato e a Fondi europei. La sua associazione LaCharta si occupa della promozione del sito. Che attività proponete? La nostra associazione, con il supporto delle diverse amministrazioni comunali, punta a mantenere la memoria di questo importante sito valorizzandolo dal punto di vista culturale e turistico. Organizziamo un’ampia gamma di attività che vanno dai matrimoni, alle mostre, a spettacoli di vario genere. Ma soprattutto abbiamo ripreso un’attività artigianale di produzione di carta a mano ottenuta con fibre vegetali di scarto (uva, fagiolo, canapa, cotone…). Effettuiamo inoltre attività didattiche per le scuole e visite guidate al sito con la possibilità di capire come nasce un foglio di carta, provando a produrne uno personalizzato.
*Da gennaio 2024 il Comune di Quero Vas si è fuso con Alano di Piave, formando il Comune di Setteville.
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