Paralimpiadi a Cortina. Il contributo di “Cortina senza confini”

Irene Savaris | 26 marzo 2025 alle 15:09 | 0 commenti

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Nel febbraio 2026 avranno luogo i Giochi olimpici invernali Milano Cortina, che si disputeranno, in parte, nella nostra provincia. Nel successivo mese di marzo, Cortina d’Ampezzo ospiterà i Giochi paralimpici invernali. Ciò significa che, per affrontare anche questa grande sfida, il Comune dovrà attrezzarsi per rimuovere tutte le barriere che possono costituire un ostacolo al libero movimento degli atleti. Per approfondire l’argomento, abbiamo sentito Elena Galli, socia fondatrice di “Cortina senza Confini”, la quale ci ha illustrato quali provvedimenti ha intrapreso la sua associazione.

Elena, per prima cosa vorrei chiederti di illustrarci quando e dove sono nati i giochi paralimpici. La storia delle Paralimpiadi è fatta di coraggio, passione e speranza e ancora oggi continua a ispirare. Pochi conoscono davvero in dettaglio come tutto abbia avuto inizio e proprio per questo mi sembra fondamentale raccontarla.
Tutto ha inizio a Stoke Mandeville, in Inghilterra, nel 1944, quando il neurologo Ludwig Guttmann, con la sua visione rivoluzionaria, scoprì il potere dello sport nel processo di riabilitazione dei veterani della Seconda Guerra Mondiale, colpiti da gravi lesioni al midollo spinale. Era il 29 luglio 1948 quando nacquero i primi Stoke Mandeville Games, un evento che non solo favorì il recupero fisico, ma aiutò anche a ricostruire l’autostima e a reinserire socialmente queste persone. L’iniziativa coincise con l’apertura delle Olimpiadi di Londra e per questo oggi è considerata l’origine delle Paralimpiadi.
Nel 1957, il dottor Antonio Maglio, medico dell’INAIL, ispirato dal lavoro di Guttmann, che aveva introdotto lo sport come terapia per le persone con lesioni spinali, avviò un proprio percorso in questa direzione e inaugurò il Centro Paraplegici di Ostia “Villa Marina”. Maglio instaurò quindi una collaborazione con Guttman e, insieme, organizzarono i Giochi Internazionali di Stoke Mandeville a Roma nel 1960, in concomitanza con le Olimpiadi, evento che segnò la nascita della prima edizione delle Paralimpiadi. Grazie al loro impegno, le Paralimpiadi sono diventate un movimento globale per l’inclusione, abbattendo barriere e offrendo nuove prospettive alle persone con disabilità.
Anche le Paralimpiadi, come le Olimpiadi hanno un loro simbolo distintivo: il logo ufficiale è rappresentato da tre forme dinamiche, chiamate ‘agitos’ (dal latino agito, ‘io mi muovo’), realizzate nei colori rosso, blu e verde. Il rosso simboleggia la passione e il coraggio, il blu evoca la serenità e la fiducia, mentre il verde rappresenta la speranza e la crescita. Queste forme, in continua evoluzione, incarnano il movimento e la determinazione degli atleti, oltre a sottolineare il potere trasformativo dello sport.
Un altro elemento simbolico è la Fiamma Paralimpica, che ogni quattro anni viene accesa a Stoke Mandeville, il luogo dove tutto ha avuto inizio, per poi proseguire fino alla città che ospita i Giochi.
Per i Giochi Paralimpici Invernali di Milano-Cortina 2026, la Fiamma Paralimpica sarà accesa il 24 febbraio 2026 a Stoke Mandeville, nel Regno Unito, luogo simbolico per lo sport paralimpico. Dopo l’accensione, la fiamma attraverserà diverse città italiane, tra cui Milano, Torino, Bolzano, Trento e Trieste, partecipando ai “Flame Festival” dal 24 febbraio al 2 marzo. Il 3 marzo, le diverse fiamme saranno unite in una cerimonia speciale a Cortina d’Ampezzo, ai piedi delle Dolomiti, patrimonio UNESCO. Successivamente, la fiamma proseguirà il suo viaggio, toccando città come Venezia e Padova, per poi arrivare all’Arena di Verona il 6 marzo, dove si terrà la Cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici.

Quali sono gli obiettivi che la tua associazione persegue e quali sono i partner? L’associazione CortinaSenzaConfini si impegna a promuovere l’inclusione trasversale e la sensibilizzazione della comunità, ponendo al centro la valorizzazione delle diversità e il superamento delle barriere – sia fisiche, che culturali – che sono presupposto indispensabile per rendere trasversale il concetto di Unicità.
In particolare, i nostri obiettivi sono:

  • promuovere una cultura inclusiva con la realizzazione di iniziative e progetti che favoriscano l’integrazione di persone con diverse esigenze e abilità;
  • eliminare le barriere per migliorare l’accessibilità facilitando il pieno coinvolgimento di tutti;
  • sensibilizzare la comunità diffondendo il messaggio dell’inclusione attraverso campagne di informazione, convegni e iniziative culturali.

Numerosi partner hanno condiviso la nostra visione tramite una collaborazione che allinea il contributo ad una missione sociale, tra questi Cortina Banca e Confcommercio Belluno. In un’ottica di assoluta concretezza abbiamo avviato una prestigiosa collaborazione con l’Università IUAV di Venezia, nella mappatura dell’accessibilità del centro di Cortina d’Ampezzo. A breve verrà presentato il risultato dello studio che prevede la creazione di un navigatore simile a Google Maps per facilitare l’accessibilità del centro di Cortina; tale mappatura permetterà agli utenti di scegliere percorsi di diverse opzioni, ad esempio il percorso più breve o quello più accessibile, segnalando ostacoli come scalinate o discese ripide. Il navigatore così strutturato fornirà percorsi accessibili per persone con esigenze particolari, con documentazione fotografica e immagini a 360°.

Nello specifico, quali progetti avete già realizzato e state portando avanti per i Giochi Paralimpici 2026? Il progetto dell’accessibilità nel centro di Cortina è già in una fase avanzata di realizzazione. Il prossimo impegno è programmato per il fine settimana del 12/13 luglio sulle cinque Torri e vedrà persone diversamente abili cimentarsi nelle scalate delle meravigliose cime dolomitiche che fanno da anfiteatro alla conca del Rifugio Scoiattoli, per condividere con loro storie e momenti unici immersi nel contesto Dolomitico. Il progetto si propone altresì di accompagnare l’attività alpinistica con intermezzi culturali, storici e artistici, immergendo i partecipanti nella storia e nelle tradizioni locali, accompagnandoli in un viaggio multisensoriale attraverso la musica e luoghi diversamente interpretati da persone uniche nel loro genere. Tutti saranno protagonisti, uniti idealmente dal concerto dalle vette che coinvolge tutti i partecipanti in un grande abbraccio. Le Dolomiti saranno così un teatro a cielo aperto, capace di dare quell’inclusività che solo la natura può insegnare. Un’altra iniziativa alla quale stiamo lavorando è la realizzazione di una mostra fotografica itinerante che coinvolga tutti gli esercizi commerciali, gli alberghi e gli spazi pubblici di Cortina d’Ampezzo con l’esposizione di fotografie di atleti paralimpici con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico in vista delle Paralimpiadi Invernali 2026 e a rendere omaggio alle straordinarie storie di vita e di sport degli atleti paralimpici.

Sicuramente tali misure avranno ripercussioni positive anche dopo le Paralimpiadi: quali, in particolare? Sicuramente queste iniziative avranno ripercussioni positive ben oltre il periodo delle Paralimpiadi. Ad esempio, il progetto IUAV per la mappatura dell’accessibilità non solo migliorerà la fruibilità degli spazi durante l’evento, ma costituirà un importante strumento per pianificare interventi futuri che rendano il territorio sempre più inclusivo. Inoltre, la mostra fotografica, pensata per essere permanente anche oltre marzo 2026, continuerà a sensibilizzare il pubblico e a promuovere una cultura della disabilità, trasformandosi in un punto di riferimento per il dialogo e la riflessione sociale. Infine, l’iniziativa sulle Cinque Torri, pur essendo la prima edizione, è stata concepita come un appuntamento da riproporre negli anni successivi, con l’obiettivo di creare una cultura sociale che rafforzi l’attenzione verso l’inclusione e la valorizzazione delle diversità. In sostanza, le Paralimpiadi rappresentano il trampolino di lancio per una serie di progetti che mirano a instaurare un cambiamento culturale duraturo, capace di migliorare la vita delle persone con disabilità ben oltre il periodo dell’evento sportivo.

Irene Savaris

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