Soccorso Alpino. Le sfide del nuovo presidente, Giuseppe Zandegiacomo

Marco Crepaz | 19 marzo 2025 alle 12:08 | 0 commenti

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Cambio ai vertici del Soccorso alpino e speleologico Veneto: sarà Giuseppe “Sampogna” Zandegiacomo, appartenente al Soccorso alpino di Auronzo di Cadore, a condurre il servizio regionale per il triennio 2025-2027.

Quali sono le sue priorità come nuovo presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto? Ci sono progetti o iniziative specifiche che intende portare avanti? Ho sempre creduto che la forza di un sodalizio come il Soccorso Alpino, sia nel gruppo. Volontari con delle specificità che vanno messe a disposizione del gruppo. Di conseguenza è importante la coesione, la condivisione, il senso di squadra ed è su questi aspetti che bisogna lavorare.

Quali sono, secondo lei, le principali sfide che il Soccorso Alpino e Speleologico deve affrontare nel prossimo futuro, sia a livello operativo che in termini di sensibilizzazione del pubblico? Le sfide che dovremo affrontare sono quelle di tutte le organizzazioni di volontariato. Il calo demografico in primis che caratterizza soprattutto le zone con bassa densità demografica. Parallelamente aumenta l’età media dei soccorritori. Fenomeni che subiamo purtroppo senza poter incidere in modo risolutivo.

In che modo la tecnologia e l’innovazione stanno influenzando le attività di soccorso in montagna e speleologia? Avete in programma di adottare nuovi strumenti o tecniche? Cerchiamo di sfruttare tutte le innovazioni tecnologiche. Dall’uso del gps, importantissimo per le ricerche e l’individuazione di persone da soccorrere, l’uso dei droni che si sta sviluppando in maniera interessante e ci consente di effettuare, ad esempio, ricerche mirate in zone impervie evitando l’intervento via terra che sarebbe difficile oltre che molto pericoloso. In un prossimo futuro ci consentiranno di portare ad esempio medicinali di primo soccorso direttamente alla persona infortunata.

La prevenzione è un tema cruciale per ridurre gli incidenti in montagna e in grotta. Quali strategie intende implementare per promuovere una maggiore consapevolezza tra gli escursionisti e gli speleologi? Uno dei nostri compiti istituzionali è proprio la prevenzione. Abbiamo del materiale divulgativo che viene distribuito ad esempio alle scuole. Ogni manifestazione, incontro o riunione, sono l’occasione per fare prevenzione. Dobbiamo far si che aumenti il senso di responsabilità in modo che gli escursionisti/speleo facciano delle attività consone alla loro preparazione. Anche i social, in questo caso, svolgono un ruolo molto importante ed incisivo.

Il cambiamento climatico sta influenzando le condizioni ambientali delle montagne. Come si riflette questo fenomeno sulle operazioni di soccorso e sulla sicurezza degli operatori stessi? Noi siamo chiamati ad intervenire in qualsiasi situazione, in montagna o in grotta, con qualsiasi condizione meteo. Il cambiamento climatico fa si che queste situazioni siano ancora più variabili ed imprevedibili. Di conseguenza il nostro livello di preparazione deve essere sempre più alto per farvi fronte.

Il Soccorso Alpino si basa su una rete di volontari altamente qualificati. Quali misure pensa di adottare per garantire il loro continuo supporto, la formazione e il reclutamento di nuove leve? Ogni operatore partecipa periodicamente alle esercitazioni in ambiente, invernale ed estivo, seguito dalle varie scuole regionali, riuscendo ad avere una formazione e preparazione complete ed adeguate al ruolo. Per il reclutamento cerchiamo di rendere visibile la nostra attività, di attrarre nuove leve che potranno fare un percorso formativo che consentirà loro di frequentare la montagna e le grotte in sicurezza. Cerchiamo inoltre di trasmettere il senso di altruismo e di solidarietà che caratterizza il nostro sodalizio.

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