Si è svolta sabato 4 ottobre a Broz di Tambre la cerimonia per il ventesimo anniversario della collocazione e benedizione del Monumento all’Emigrante e ai Caduti sul Lavoro, simbolo di memoria collettiva e gratitudine verso tutti coloro che, nel corso dei decenni, hanno lasciato la propria terra in cerca di un futuro migliore.
Il monumento, realizzato nel 2005 dall’artista locale Ettore Bona, era stato inaugurato il 23 ottobre dello stesso anno e rappresenta oggi un luogo di riflessione e ricordo per la comunità dell’Alpago.
La cerimonia e i momenti di preghiera
Le celebrazioni hanno avuto inizio alle 17 con una messa nella chiesetta di Sant’Antonio Abate, presieduta da monsignor Virgilio Pante e concelebrata dal parroco don Ezio Del Favero.
Al termine della funzione, i partecipanti hanno preso parte a una processione fino al monumento, dove è stato deposto un omaggio floreale in segno di riconoscenza verso tutti gli emigranti e i lavoratori scomparsi.
Le autorità presenti
Durante la cerimonia hanno portato il loro saluto le autorità locali e associative, tra cui:
- il cavaliere Urbano Costa, presidente della Famiglia Ex Emigranti dell’Alpago e promotore dell’installazione del monumento vent’anni fa;
- la sindaca di Tambre Sara Bona;
- il presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo Oscar De Bona.
Ognuno di loro ha sottolineato il valore simbolico e umano del monumento, ricordando come la memoria dell’emigrazione e del lavoro rappresenti un patrimonio condiviso che unisce generazioni e territori.
Un momento di comunità
La serata si è conclusa con un incontro conviviale nella saletta adiacente alla chiesetta, in un clima di partecipazione e memoria collettiva.
L’iniziativa ha rinnovato il legame profondo tra la comunità tambrese e la sua storia di emigrazione, rendendo omaggio a chi ha costruito con sacrificio, lontano da casa, il proprio destino e quello delle generazioni successive.
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