Teatro Dino Buzzati gremito ieri, venerdì 10 ottobre, per l’inaugurazione della mostra “Franco Fiabane 1937–2015”, promossa dal Circolo Cultura e Stampa Bellunese in collaborazione con Provincia e Comune di Belluno, Rotary Club Belluno e Consorzio BIM Piave. L’evento ha registrato una grande partecipazione di pubblico, con la presenza di autorità, artisti e cittadini che hanno voluto rendere omaggio allo scultore bellunese a dieci anni dalla scomparsa.
Nel suo intervento, Luigino Boito, presidente del Circolo Cultura e Stampa Bellunese, ha ricordato Fiabane come «un grande uomo, un artista, un galantuomo, dei valori radicati e profondi perché aveva sempre lo sguardo rivolto al cielo anche se il corpo suo possente era legato nella bottega artigiana a forgiare e a manipolare la materia grezza».
Carlo Cavalli, conservatore del Museo Civico di Belluno, ha spiegato come la mostra sia stata concepita per restituire un ritratto completo dell’artista: «L’obiettivo è stato quello di raccontare la figura di Fiabane partendo dalla sua formazione, attraverso documenti, disegni, bozzetti in terracotta e materiali preparatori, fino alla realizzazione delle opere presenti nel territorio». Un dispositivo multimediale collega infatti il percorso espositivo alle sculture collocate in vari luoghi della provincia.
Alla cerimonia è intervenuta anche Micol Forti, responsabile della Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, che ha definito Fiabane «uno dei massimi rappresentanti del linguaggio scultoreo del Novecento», evidenziando il suo impegno nell’arte sacra e auspicando future collaborazioni per valorizzarne l’eredità artistica.
Dopo gli interventi, il pubblico ha preso parte alla visita inaugurale della mostra allestita al Museo Civico di Palazzo Fulcis, dove un percorso antologico ripercorre la vita, la poetica e le opere dello scultore. L’esposizione include modelli, bozzetti e sculture provenienti da collezioni pubbliche e private e si estende idealmente nel territorio, toccando i luoghi che portano la sua firma: la chiesa di don Bosco a Baldenich, quella di Polpet, il ponte degli Alpini, le porte bronzee della chiesa di Lentiai, il Santuario della Madonna del Nevegal e la Regina delle Dolomiti sulla Marmolada.
Come ricordano gli organizzatori, la mostra vuole restituire «lo spirito di un artista capace di unire materia e anima, pietra e luce, tradizione e contemporaneità». Franco Fiabane ha saputo tradurre nella scultura la forza e la semplicità della cultura bellunese, lasciando un’impronta profonda nel patrimonio artistico del territorio.
La mostra “Franco Fiabane 1937–2015” resterà aperta fino all’11 gennaio 2026 presso Palazzo Fulcis.




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