Intelligenza Artificiale

Paola Dematte | 14 aprile 2025 alle 18:25 | 0 commenti

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Venticinque anni fa, durante una delle mie prime lezioni sull’arte paleolitica davanti a 400 matricole della Rhode Island School of Design, spiegai che, sulla base di analisi faunistiche su resti di pasti, gli archeologi avevano determinato che: “I paleolitici non mangiavano gli animali che raffiguravano. Per i paleolitici, questi animali erano piacevoli da vedere, non necessariamente da mangiare”. Per chiarire la questione, aggiunsi un esempio contemporaneo. Dissi: “Pensate, l’aquila calva è un simbolo dell’America, la trovate sui francobolli postali, eppure gli americani (presumibilmente) non mangiano aquile calve”. Ero sicuro che il mio esempio comparativo avesse chiarito la questione. La disillusione arrivò con l’esame di metà semestre, quando mi fu rivelato che: “I paleolitici mangiavano aquile calve”. A ciò seguirono le affermazioni che “L’arte paleocristiana era iniziata nel III secolo avanti Cristo” e che il testo fondamentale dell’Islam è “La Torah”. Tralasciando gli eventi dell’epoca del “Male di Mezzo” europeo (cioè l’inglese “Medieval” trasformato in “Middle Evil”), che era la norma, mi sono trovata di fronte alla filosofia cinese del “Confusionesimo”, che sembrava minare le esigenze di ordine del povero Confucio.

Sebbene questi esempi possono suggerire che alcuni alunni non stessero imparando molto, tuttavia indicano anche che questi studenti mantenevano un livello di indipendenza e una creatività incredibile. Cioè che di fronte a domande a cui non sapevano rispondere, inventavano storie che suonavano plausibili (a loro). Questi errori fornivano un sollievo comico a chi di noi trascorreva lunghe e terribili ore a correggere esami di metà semestre e tesine finali, afflitte da costruzioni sgrammaticate, mostruosità sintattiche, ortografia fantasiosa, ricostruzioni storiche surreali incorniciate da bibliografie mal formattate con fonti copiate e incollate dal sito web della biblioteca.

Beh, quel sollievo comico è sparito. Scomparso. Oggigiorno, tutti i compiti sono popolati da parole ortograficamente corrette, organizzate con una sintassi grammaticalmente perfetta che raccontano opinioni convenzionali. Sono inoltre corredati da una bibliografia formattata in modo impeccabile. Purtroppo, il contenuto è superficiale, gli aggettivi ed i superlativi abbondano, la voce personale è inesistente e spesso anche le fonti sono inesistenti. Se non scritti direttamente dall’intelligenza artificiale, questi compiti vengono corretti dall’IA, un sistema che elimina la personalità e compensa ciò che manca con l’ordine ed una surperficiale precisione.

Mentre in passato ero pronta con una penna rossa a segnare errori di ortografia e sintassi, riducendo senza pietà il voto a un C- o un D+, ora desidero catastrofi grammaticali che dimostrino l’esistenza di un essere umano dietro le parole. “Ecco”, mi dico con soddisfazione se ne trovo qualcune, “guarda quest’orribile discrepanza tra soggetto e verbo, solo un essere umano potrebbe inventersela, questa non è intelligenza artificiale. Questo compito è stato scritto da un’autentica testa di legno.” E così distribuisco un meritatissimo A.

Paola Demattè


(English version)

Twenty-five years ago, at one of my first lectures on paleolithic art in front of 400 freshmen of the Rhode Island School of Design, I explained that based on faunal analysis of meal remains, archaeologists had determined that: “Paleolithic people did not eat the animals they depicted. For Paleolithic people, these animals were good to think about, not necessarily good to eat.” To clarify the matter, I added a contemporary example. I said: “Think about it, the bald eagle is a symbol of America, you find it on post office stamps, yet Americans do not (presumably) eat bald eagles.” I was confident that my comparative example had clarified the matter. Disillusion came with the midterm exam when it was revealed to me that: “Paleolithic people ate bald eagles.” That was followed by the statements that “Early Christian art began in the third century Before Christ” and that the foundational text of Islam is “The Torah”. Leaving aside what happened during the European “Middle Evil” times, which was standard, I was confronted with the Chinese philosophy of “Confusionism”, which seemed to undermine the demands for order of the Confucius.

While these examples may suggest that some students were not learning much, they also indicate that these students retained a level of independence and crazy creativity. It suggests that when confronted with questions that did not know how to answer they made up stories that sounded plausible (to them). These blunders provided comic relief to those of us who spent long and dreadful hours correcting mid-term exams and final papers plagued by ungrammatical constructions, syntactical monstrosities, fanciful spelling, surreal historical reconstructions, and framed by badly formatted bibliographies cut and pasted from the library website.

Well, that comic relief is gone. Disappeared. Nowadays, all papers are populated by correctly spelled words organized in grammatically perfect syntax to recount conventional accepted opinion.  They are also completed with an impeccably formatted bibliography. Unfortunately, content is shallow, superlative adjectives abound, voice is non-existent, and often the sources are non-existent. If not directly written by AI, these assignments are corrected by AI, a system that takes personality away and makes up what is missing.

Whereas in the past, I was ready with a red pen to mark spelling and syntax mistakes, mercilessly reducing the grade to a C- or D+, I now long for grammatical catastrophes that demonstrate the existence of a human being behind the words. “There”, I say to myself with satisfaction, “look at that disagreement between subject and verb, only a human could mangle it so badly, this is not AI.” And there I hand out a well-deserved A.

Paola Demattè

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