Nella sala riunioni dell’Associazione Bellunesi nel Mondo si è svolta oggi la presentazione del libro Si può fare sorridendo di Italo Pierobon. L’incontro, moderato da Augusto Modolo, ha visto la partecipazione di Patrizia Burigo, presidente del comitato di gestione della Biblioteca delle Migrazioni “Dino Buzzati”, e dello scrittore Antonio G. Bortoluzzi.

Ad aprire l’evento è stata proprio Patrizia Burigo, che ha portato i saluti dell’Associazione e ha ricordato come Pierobon sia stato insignito del premio Bellunesi nel Mondo nel 2014 per il suo impegno nel sociale. «Scrivere questo libro – ha sottolineato – è stato per l’autore un modo per mettere ordine nei ricordi e per riflettere su valori fondamentali come la solidarietà e l’incontro con l’altro».
Un libro tra memoria e condivisione
L’incontro si è sviluppato come un dialogo aperto tra i presenti, con Modolo che ha guidato la discussione, presentando le diverse parti del libro e dando spazio agli aneddoti personali dell’autore. Antonio Bortoluzzi ha messo in evidenza il valore del lavoro volontario, tema centrale del libro, sottolineando come esso, pur non essendo obbligato, rappresenti un impegno significativo e una scelta di vita.
«Il titolo Si può fare sorridendo – ha evidenziato Bortoluzzi – racchiude l’essenza del racconto di Pierobon: il lavoro come mezzo di crescita, ma anche il sorriso, l’empatia e la condivisione come elementi fondamentali dell’esperienza umana».
Un altro aspetto rilevante emerso dall’opera è la scoperta di un Brasile meno conosciuto, quello del nord, una realtà diversa da quella meridionale più nota alla comunità bellunese emigrata. Il libro offre così uno spunto per ampliare la conoscenza di un territorio ricco di sfumature culturali e sociali.
Un nuovo progetto all’orizzonte
Durante la presentazione, Pierobon ha anticipato di essere già al lavoro su un nuovo libro che completerà il racconto della sua vita. Dopo l’esperienza in Brasile, il prossimo capitolo delle sue memorie sarà dedicato al periodo trascorso in Africa, in particolare in Angola. Un progetto che darà ulteriore spazio alla riflessione sul valore dell’incontro tra culture e sull’importanza del volontariato internazionale.
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