«Sono seriamente preoccupata, chi ci dovrebbe rappresentare sembra non rendersi conto della gravità del problema. Lo spopolamento logora energie e competenze: è un circolo vizioso dal quale dobbiamo uscire prima che sia troppo tardi». Con queste parole, Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, interviene nel dibattito sulle misure necessarie per contrastare il declino demografico del territorio.
L’urgenza di una strategia concreta
Le Olimpiadi invernali alle porte rappresentano un’occasione irripetibile per invertire il trend negativo, a patto che venga attuata una programmazione seria. «Basta trovare scuse: l’ente Provincia, per primo, deve avere un sussulto di dignità e lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Le imprese bellunesi già lo fanno ogni giorno, investendo in innovazione, creando lavoro e opportunità» – sottolinea Berton.
La presidente evidenzia come Confindustria Belluno Dolomiti, insieme ad altre associazioni, abbia promosso iniziative essenziali per attrarre e trattenere i giovani, spesso supplendo al ruolo degli enti pubblici. «Noi non siamo quelli dei ‘tavoli’ inconcludenti, ma dell’operatività. Abbiamo portato il nome di Belluno nel mondo, rendendolo uno dei territori più manifatturieri d’Italia e d’Europa».
Il rischio della concorrenza interregionale
Berton richiama l’attenzione sulle recenti politiche della Provincia autonoma di Trento, che ha introdotto misure a fondo perduto per giovani e famiglie, favorendo migrazioni interne. «Questa mossa rischia di essere letale per il Bellunese. Mentre Trento investe risorse concrete, come risponde la politica bellunese, regionale e nazionale? Le nostre imprese mantengono vivo questo territorio e rappresentano il Made in Italy più autentico. Non mancano le risorse economiche, ma idee, progetti e coraggio».
Un anno cruciale per il futuro della montagna
Secondo Berton, il fatto che Belluno non sia una provincia autonoma non deve diventare un alibi per l’inazione. «Non possiamo aspettare Godot mentre il territorio muore di inedia. Chi rimanda il problema e spera che le risorse arrivino da sole dovrebbe temere un futuro senza giovani, senza idee e, presto, con molte meno imprese».
L’anno olimpico rappresenta un punto di svolta. «Dobbiamo smettere di trovare scuse. Confindustria resta aperta a ogni proposta, pronta a collaborare per garantire che le aziende rimangano sul territorio e possano continuare a crescere».
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