Sabato 22 febbraio, il Teatro di Paiane a Ponte nelle Alpi ospiterà “Salomè”, il celebre dramma di Oscar Wilde, in una nuova produzione firmata Theama Teatro Lab. Lo spettacolo, con la regia di Piergiorgio Piccoli, vedrà sul palco Pietro Casolo, Anastazia Faccio, Michela Imbrunito e Tatiana Vedovato. La scenografia è curata da Igor Veljkovic, mentre i costumi portano la firma di Cristina Cenci.
I biglietti, al costo di 25 euro, sono disponibili presso la sede del Circolo Cultura e Stampa Bellunese in piazza Mazzini 18 a Belluno, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13, oppure online sul sito www.circoloculturaestampabellunese.it. Saranno acquistabili anche la sera dello spettacolo, a partire dalle 19.30, direttamente a teatro.
Il regista Piergiorgio Piccoli introduce così lo spettacolo:
«Un’avventura onirica e sospesa, vissuta nel piccolo ma siderale spazio di un palco, in compagnia di quattro personaggi iconici e di un autore divenuto, meritatamente, leggendario. La vicenda è piena di simboli e fantasmi, avvolta a tratti dall’oscurità e a tratti da una luce accecante, intrisa di ossessioni ataviche e amorose. Si parla di amore infatti, amore maledetto, amore incatenato, qui incarnato da giovani attori fra cui Salomè si fa portavoce del disagio di coloro che non sanno staccarsi con la mente dalla persona che credono di amare. In questo dramma moderno i personaggi sono preda di un’idea fissa che non lascia scampo, un’idea che oscura la volontà e fa andare la mente fuori controllo».
Piccoli promette al pubblico un’esperienza intensa e carica di emozioni:
«Attraverso le misurate ed efficaci performance degli attori sarete accompagnati in questa storia controversa e carica di suspense, e osserverete l’evolversi di una pericolosa danza fatta di gelosia morbosa, giochi di potere e intrighi sensuali. Salomè ci insegna che l’amore è un’altra cosa rispetto allo stato d’animo in cui si sente follemente coinvolta; l’amore è rispetto, confronto, comprensione, accettazione dei propri limiti. L’amore vero vuole libertà, rifiuta le catene e la violenza perché vuole solo il bene della persona amata. Ci auguriamo che questo lavoro conduca a una attenta riflessione sulla differenza fra le relazioni sincere e sane rispetto a quelle torbide e manipolatorie».
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